E.I. Sturdza, "la macchina che i gestori devono solo pilotare"

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E.I. Sturdza è una boutique specializzata nello sviluppo di strategie di investimento che generano un valore aggiunto, focalizzate sulla creazione di alfa e con idee ad alta convinzione. Vengono costruite attraverso un modello di business innovativo, che scommette sulla creazione di team di gestione di portafogli indipendenti dalla casa. Si tratta di una vera e propria separazione dei ruoli tradizionali di un gestore. Da una parte c’è l’investment manager e dall’altra l’advisor designato. In questo modo i consulenti sono svincolati dal dover operare all'interno di una grande struttura aziendale, consentendo loro di dedicare tutto il loro tempo ed energie per gestire il patrimonio degli investitori mentre i gestori assumono la responsabilità operativa della gestione. “È come se la società mettesse a disposizione una macchina che i gestori devono solo pilotare”, dice Antonio Fatini Del Grande. “Non seguiamo una logica di mercato, piuttosto puntiamo sulle persone. Grazie a questo stiamo avendo un enorme successo in Italia. 

E.I. Sturdza Investment Funds che fa parte dello Sturdza Private Banking Group, ha a disposizione degli investitori italiani sei fondi: E.I. Sturdza Strategic Global Bond Fund  e E.I. Sturdza Strategic Euro Bond Fund; della sua gamma azionaria E.I. Sturdza Nippon Growth (UCITS) Fund,  E.I. Sturdza Strategic China Panda Fund, E.I. Strategic US Momentum and Value Fund  e E.I. Sturdza Strategic Europe Value Fund. Quest’ultimo, fiore all’occhiello della società, è gestito da Willen Vinke (nella foto). Si tratta di un prodotto con un track record di cinque anni, che ha visto crescere notevolmente il patrimonio nel corso del 2015  e ammonta attualmente a 900 milioni di euro. Vanta cinque stelle Morningstar e il rating qualitativo Bronze. La costruzione del portafoglio utilizza un approccio value, pertanto si cercano business di alta qualità quotati con uno sconto del 40% del loro valore intrinseco. La definizione di qualità con cui lavora Vinkie si riferisce a "quelle compagnie che sono leader nel mercato e che beneficiano di tendenze strutturali di crescita a lungo termine, in grado di generare flussi di cassa, che hanno elevati margini di profitto, visibilità sui benefici e barriere all'ingresso che facciano un uso poco intensivo del capitale". A causa di questi requisiti, il fondo ha una propensione strutturale verso il settore consumo, healthcare e IT, mentre tendenzialmente evita le assicurazioni, le utilities e grandi compagnie petrolifere e del gas. 

Oltre al processo di selezione, altro elemento chiave delle strategie del fondo è la concentrazione del portafoglio, che di solito contiene 25-35 titoli. “Crediamo che la concentrazione, il processo d'investimento e la qualità delle aziende offrono la migliore struttura possibile per affrontare sia un mercato rialzista che ribassista”, spiegava il gestore in una recente intervista rilasciata a Funds People. Inoltre, per evitare rischi innecessari, l’esperto sottolinea la necessità di saper selezionare i valori corretti e che le ponderazioni siano simili, “perché non si può sapere da dove arriva il rendimento”, anche se poi rassicura che “nessun titolo metterebbe a rischio l’intero portafoglio, ed è per questo che di solito tendo a gestire posizioni della stessa dimensione”. Per tranquillizzare ancora di più i sottoscrittori del fondo, Vinke ammette di investire nel suo fondo.