Draghi è pronto a lanciare il quantitative easing

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foto: autor ECB European Central Bank, Flickr, creative commons

Complici la campagna elettorale lampo in vista delle elezioni greche del prossimo 25 gennaio, l’attesa sulle prossime mosse della BCE e il conseguente acquisto dei titoli di stato e il calo del greggio che ha toccato i minimi dal 2009 sotto la soglia di 50 dollari, due giorni fa l’euro è passato di mano sotto 1,20 nei confronti del dollaro. E sui mercati ci si alleggerisce di azioni. L’euro ha così toccato i minimi negli ultimi nove anni, con lo spettro di Alex Tsipras e del suo partito anti-euro. L’indice Stoxx 600, che contiene i titoli più rappresentativi dell’Europa, ha ceduto il 2,15% che equivale a 201 miliardi di euro bruciati in una sola seduta. Trascinato al ribasso anche il rublo russo che scambiava a quota 70 sull’euro.

Il presidente della BCE, Mario Draghi, ha fatto sapere che i rischi di mancare il mandato sulla stabilità dei prezzi sono aumentati negli ultimi sei mesi e che le aspettative di medio termine sull’inflazione sono scese da giugno. Secondo gli analisti è cominciata la partita dei riacquisti, con gli operatori che hanno chiuso le posizioni short e hanno ricomprato la moneta. Ora occorre fare attenzione ai dati sull’inflazione dell’area euro, attesa per oggi, che potrebbe rinfocolare le pressioni di vendita sulla moneta. Alcuni scommettono sul fatto che l’euro “potrebbe scendere a quota 1,18 sul dollaro” sulla scia dei numeri sull’inflazione in Germania. Intanto Berlino smentisce un’eventuale uscita dall’Unione da parte di Atene (come ha pubblicato una fonte autorevole come il quotidiano tedesco Spiegel) e anche Bruxelles nega la possibilità. Mentre la Commissione europea ribadisce che, in base ai trattati Ue, la partecipazione di un Paese all’area euro è “irreversibile”, Draghi sta scaldando i motori per un prossimo quantitative easing.