Dollaro o Bund: fine di un ciclo?

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foto: autor Sami Keinänen, Flickr, creative commons

Le ultime settimane non sono state parche di colpi di scena: il riaccendersi delle preoccupazioni sulla Grecia, il rallentamento del PIL statunitense e i primi effetti del QE europeo sull’inflazione.
"In uno scenario di questo tipo si è portati a pensare che dollaro e Bund rappresentino un’ottima copertura dei portafogli: niente di più lontano dal vero. Quantomeno, non questa volta", secondo l'analisi realizzata dall'Ufficio Studi di Sofia SGR, società di gestione patrimoniale indipendente specializzata nel wealth management. Il dollaro ha perso sette figure, l’euro si è riportato a 1,12 (dopo il minimo di aprile in area 1,05), il Bund decennale ha perso quattro punti in meno di dieci sedute e dall’altra parte dell’Oceano il Treasury ha perso tre punti percentuali. 
Per gli analisti di via Fiori Oscuri "dollaro e Bund non sempre sono un rifugio efficiente e talvolta può risultare utile una gestione attiva del cash", vero asset de-correlante nelle fasi di criticità che coinvolgono tutte le asset class.

Per quanto riguarda il dollaro, "riteniamo che il target di lungo termine possa essere strutturalmente al di sotto della parità. Tuttavia, le incognite che incombono sull’economia statunitense (e in particolare sulla Fed), impongono di ragionare su obiettivi a più breve termine", spiegano. Le aspettative di una posticipazione dell’aumento dei tassi da parte della banca centrale americana hanno infatti costituito un freno per l’apprezzamento della banconota verde e, "fino a che non saranno dissipati questi dubbi, è probabile che non riacquisti quella direzionalità cui ci aveva abituato".

Fonte: Bloomberg

Discorso diverso per il decennale tedesco. I livelli di rendimento estremamente bassi (negativi in termini reali su diverse scadenze) risultano un eccesso di mercato giustificato in parte dal QE della BCE e in parte dai timori per la situazione greca. Quello che sembra essere cambiato sono le aspettative sull’inflazione europea: la dinamica degli ultimi giorni sembra infatti essere coincisa con i dati relativi all’andamento dei prezzi nell’Eurozona, che risalendo porterebbero ancora più in territorio negativo i rendimenti obbligazionari. "Riteniamo che da qui in avanti possa cominciare una fase di stabilizzazione, con il rendimento del Bund mantenuto artificialmente basso dagli acquisti dell’Eurotower, ma un sequenziale miglioramento delle condizioni economiche potrebbe spingere ancora più in basso il prezzo del Governativo teutonico, con gli investitori alla ricerca di migliori opportunità rischio/rendimento altrove", concludono.

Fonte: Bloomberg