Dicembre 2016, rally del mercato azionario europeo

Don McCullough, Flickr, Creative Commons
Don McCullough, Flickr, Creative Commons

Il rally del mercato azionario europeo sul finire del 2016 è stato favorito da diversi fattori: la ripresa della crescita economica, l’aumento dell’inflazione, l’aumento delle stime degli utili aziendali e dalle politiche monetarie accomodanti della BCE. In dicembre 2016, il mercato azionario europeo ha registrato un trend positivo caratterizzato da volatilità inferiore alla media dell’ultimo trimestre. Negli ultimi 2 mesi del 2016, gli attori del mercato hanno iniziato a scontare l’espansione dell’economia statunitense trainata dalle politiche fiscali di Donald Trump. Le prospettive riguardanti il mercato azionario europeo sono sostenute dal fatto che la crescita economica globale trarrà vantaggio da un rafforzamento dell’economia statunitense.

Al fine di analizzare l’effetto del rally del mercato azionario sulle quotazioni azionarie, analizziamo il Morninstar Style Box che divide il mercato azionario in 9 parti. Verticalmente la griglia distingue tra titoli value, core e growth, tenendo conto di criteri come il price to book (rapporto tra il prezzo corrente e il valore di bilancio dell'azione), il fatturato e gli utili attesi. Orizzontalmente la griglia divide il mercato in tre segmenti in base alla dimensione: grande capitalizzazione, media capitalizzazione e piccola capitalizzazione. Le società large cap rappresentano il 70% del mercato per capitalizzazione, le mid cap il 20% e le small cap il 10%.  Osservando il Morningstar Style box, vediamo che l'aumento delle quotazioni del mercato azionario ha portato i rapporti Prezzo/Fair value sopra quota uno. Tra le azioni più costose troviamo quelle Large Value, il cui P/FV è salito a 1,05 in seguito a una performance positiva di 8,1% registrata a dicembre e una performance positiva annua del 11,6% nel 2016.

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Tra i titoli che hanno contribuito maggiormente alla crescita delle azioni a larga capitalizzazione con stile value troviamo i petroliferi Royal Dutch Shell, British Petroleum e Total SA, che hanno fatto registrare le migliori performance, rispettivamente il 10,7%, 10,6% e del 9,7%, ed i bancari Banco Santander e BNP Paribas, le cui quotazioni sono salite del 15% e del 10,5%. Nell’ultimo trimestre del 2016, il settore finanziario è stato in assoluto il settore best performer in Europa con un rendimento del 18,1%, seguito da quello minerario (+12,6%) e da quello energetico (+9,5%). All’interno del segmento Large Growth, che a dicembre ha fatto segnare il guadagno più basso (+4,3%), i titoli Bayer AG e Novo Nordisk sono stati quelli che hanno dato il contribuito maggiore salendo rispettivamente dell’11,9% e del 7,1%. È interessante osservare che nel mese di dicembre non si sono registrate grosse differenze nei rendimenti dei diversi settori, con performance comprese tra il 4% e l’8%, e questo ha contribuito a cristallizzare il forte divario tra i comparti migliori e i peggiori su base annua, con i minerari e gli energetici che hanno chiuso il 2016 guadagnando rispettivamente il 42% e il 22%, mentre health care e telecom (che ora è scambiato a un rapporto P/FV di 0,89) non sono andati oltre un +5% e +9%.

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