Cresce il mercato azionario tedesco: record dell'Indice Dax

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La Borsa di Francoforte vola e l’indice Dax 30 sale oltre i 12.000 punti, in un trend crescente iniziato nell’ottobre 2014 ed intensificatosi dal gennaio 2015. Il record dell'indice arriva dopo aver terminato la settimana scorsa la nona ottava consecutiva positiva in verde, la serie in rialzo più lunga dal 1998. Gli esperti di Ambrosetti AM SIM ci hanno dedicato uno studio accurato. "In particolare per il mercato azionario tedesco, la recente configurazione “Tre sorelle” misura come siano stati raggiunti a fine febbraio tre livelli stimati di salita “estesi” riferiti a tre orizzonti temporali differenti", spiega l'amministratore delegato Alessandro Allegri. "Questa configurazione avviene raramente. In passato analoga condizione si è verificata in 22 casi ed ha generato tipicamente per i mesi successivi (fine marzo, fine giugno, fine settembre e fine dicembre) risultati positivi in termini di frequenza e di performance media" (Vedi tabella 1 “Tre sorelle”  vs tabella 2 “il mercato normalmente”).

Un segnale raro che, dicono da Ambrosetti, “rinforza le aspettative rialziste sia per fine 1Q15, che per fine semestre e fine anno fissando come valore di monitoraggio la chiusura di fine febbraio”. La serie di massimi record riflette le speranze che la ripresa economica stia prendendo piede nei Paesi dell'Eurozona, come dice l'ad Allegri: "Uno tra gli elementi chiave che sta sostenendo i flussi in acquisto sui mercati azionari è legato alla ricerca da parte degli investitori di quel  reddito che gli strumenti tradizionali obbligazionari non sono più in grado di offrire. In un momento nel quale i titoli governativi con scadenza inferiore ai cinque anni dei Paesi “core” mostrano un tasso negativo, la ricerca di rendimento non può prescindere dall’assunzione di qualche rischio in più. Le azioni in particolare si trovano in una condizione ciclica non certo di sopravvalutazione ed il supporto della politica monetaria espansiva da parte della BCE sta giocando un ruolo chiave per la crescita.

L’attivazione del QE ha avuto la duplice conseguenza di spingere la valuta Euro verso i minimi degli ultimi 10 anni, aiutando in maniera significativa le esportazioni delle industrie europee (che rimane un’area con una bilancia commerciale molto positiva verso l’estero), e di “incentivare” ulteriormente lo spostamento dei capitali dai mercati obbligazionari, sempre meno profittevoli, a quelli azionari. Tra i diversi fattori emersi negli ultimi mesi riteniamo che il calo del prezzo del petrolio e delle materie prime abbia solo in parte mostrato i lati positivi a sostegno della crescita dell’azionario con dinamiche differenti nel corso degli scorsi trimestri. In una logica più strutturale e ciclica, il mantenimento del prezzi del petrolio su livelli più contenuti potrà giocare a favore dei mercati azionari come fonte di sostegno del ciclo economico". 

"I mercati risultano essere ben impostati", continua Alessadro Allegri. "Sebbene sporadiche prese di beneficio non siano completamente da escludere, il loro impatto resta limitato a logiche di breve termine. Non si sono ad oggi evidenze in grado di modificare significativamente il sentiment positivo verso gli indici azionari. In ottica di medio-lungo periodo riteniamo particolarmente interessanti i mercati azionari dell’area Euro, favoriti da valutazioni più contenute, politica monetaria a sostegno ed ampi spazi di salita prima di raggiungere livelli di sopravvalutazione rischiosi. In tale senso  in particolare i mercati periferici rappresentano una interessante opportunità di investimento. Italia in particolare e Spagna, dopo un lungo periodo di sottoperformance, stanno ritrovando le condizioni strutturali favorevoli a recuperare quel ritardo congiunturale che li ha penalizzati negli scorsi semestri. Evidenziamo inoltre come anche alcuni mercati emergenti stiano affrontando una fase di temporanea difficoltà dalla quale potrebbero nascere opportunità di investimento soprattutto per la seconda parte dell’anno".