Countdown per il ballottaggio in Francia: ultime riflessioni prima del voto

binocolo Francia
John Towner, Unsplash, Creative Commons Zero

Si avvicina il giorno della verità per la Francia. Il prossimo 7 maggio avrà luogo il ballottaggio che decreterà chi, tra il centrista Emmanuel Macron e la leader del partito di estrema destra, Marine Le Pen, sarà il nuovo, o la nuova, presidente francese. Sia il repubblicano François Fillon sia il socialista Benoît Hamon hanno invitato i loro elettori a votare per Macron, il che secondo gli esperti di Deutsche AM porterebbe la percentuale di possibili votanti per il leader di En Marche! al 61%.

In caso di una sua vittoria, dalla società tedesca ritengono probabile “l’avvio di riforme più ambiziose per l’economia francese e di una collaborazione con la Germania per riparare l’Eurozona afflitta da problemi”. Un risultato che dopotutto sarebbe favorevole anche per i mercati;  non a caso dal lunedì successivo alla prima tornata elettorale si è potuto osservare un rally di sollievo. In Deutsche AM credono che si potrebbero vedere nuovamente flussi di entrata verso le azioni europee e un maggior restringimento degli spread del debito periferico e francese.

Una vittoria a sorpresa di Le Pen sarebbe, invece, “il peggior scenario possibile per i mercati, perché potrebbe rappresentare l’inizio della fine per l’Unione Europea e la moneta unica”. Detto questo, gli Deutsche AM sottolineano che “questa non sarebbe una conseguenza inevitabile, anche se dovesse vincere la leader del Front National”, dato che Le Pen ha recentemente smussato i toni del suo discorso politico per ottenere più consensi.

La reazione del mercato in questo scenario sarebbe violenta “indipendentemente dall’eventualità di un referendum sulla Frexit”. “Prevediamo che un tale risultato possa avere un impatto sui mercati molto maggiore rispetto a quello registratosi a seguito di altre sorprese politiche alle quali abbiamo assistito dal 2015”, anticipano gli analisti di Deutsche AM. Inoltre, sostengono che questo evento sorpresa “avrà un effetto domino sulle economie delle diverse parti della zona euro, ma anche sull’economia globale: “i tassi di interesse dei Paesi periferici aumenteranno man mano che l’euro si svaluterà”.

“L’amaro in bocca che sta suscitando la politica francese ricorda molto la sensazione provata l’anno scorso nel Regno Unito e negli Stati Uniti: François Hollande non è stato in grado di presentarsi per un secondo mandato, i partiti classici come quelli di Nicolas Sarkozy, Alain Juppé e Manuel Valls sono stati fatti fuori dalla corsa alle presidenziali, la spettacolare irruzione di Jean-Luc Mélenchon ha ricordato l’impresa di Bernie Sanders alle primarie del Partito democratico statunitense e i leader dei partiti tradizionali hanno fallito. E adesso l’estrema destra francese è arrivata al ballottaggio delle presidenziali senza suscitare stupore”, riassumono da Edmond de Rothschild, Philippe Uzan, CIO, e Pierre Nebout, equity portfolio manager.

Anche Adrien Pichoud, chief economist di SYZ Asset Management, si sofferma sulle possibili conseguenze in caso di vittoria dei due candidati. Con Macron presidente, l’esperto prevede l'innescarsi di dinamiche di crescita economica positiva “con movimenti significativi sui mercati finanziari anche se con un impatto limitato almeno inizialmente, trattandosi di una vittoria già scontata". Il primo vero effetto sarebbe “un rafforzamento dell’euro soprattutto sul dollaro se la FED rivedrà le sue ambizioni al ribasso in virtù di un’economia statunitense meno dinamica del previsto”. L’esperto prevede anche prospettive di rendimento attraenti per le obbligazioni subordinate europee mentre per quanto riguarda le azioni a trarre vantaggio potrebbero essere soprattutto il settore finanziario e i titoli orientati al mercato europeo.

Se invece le elezioni dovessero riservarci un’altra sorpresa, in caso di vittoria di Le Pen, Pichoud prevede “una reazione molto negativa dei mercati con un drastico indebolimento dell’euro in particolare sulle valute rifugio come il franco svizzero, lo yen e il dollaro USA”. Allo stesso tempo, sui mercati obbligazionari l’esperto parla di una possibile “fuga verso titoli rifugio come i titoli di Stato statunitensi o tedeschi a discapito delle obbligazioni francesi ma anche italiane, spagnole e portoghesi”. Per quanto riguarda l’azionario, invece, a poter subire le correzioni più brusche potrebbero essere i settori più esposti al mercato domestico europeo, banche e assicurazioni in primis.

Occhio alle elezioni di giugno

Anche se da Edmond de Rothschild ritengono che probabilmente Macron vincerà le elezioni, credono che sia ancora troppo presto per parlare di conseguenze: “Si conoscerà il vero programma del prossimo governo solo dopo le elezioni parlamentarie di giugno, particolarmente difficili da definire. Nonostante questo, comunque, le probabilità che la Francia prenda parte a un programma riformatore sono aumentate significativamente”.

Entrambi gli esperti credono anche che un Macron presidente potrebbe contribuire a migliorare le relazioni con la Germania e a rafforzare il progetto europeo. “Questo potrebbe mantenere in vigore il risanamento del settore bancario della regione e portare a politiche economiche per queste necessità specifiche”, concludono.

L’insediamento del prossimo presidente francese è previsto al massimo per il 14 maggio. La prossima grande sfida sarà la creazione del governo, ma anche di una coalizione vincente per le elezioni legislative dell’11 e del 18 giugno, nelle quali verranno eletti i 577 deputati dell’Assemblea Nazionale. “Si tratta di un passaggio cruciale, dal momento che Macron non può contare sul sostegno di un partito politico e quindi avrà bisogno di consolidare la sua base di sostenitori molto eterogenea che comprende personalità che vanno dal vecchio leader del partito comunista francese, Robert Hue, ad Alain Madelin, ex ministro durante il mandato di Jaques Chirac”, spiegano da J.P. Morgan AM.

Dall’asset manager sottolineano che, al di là dell’incertezza generata in campo politico, i dati macro sono positivi: “Con l'indice del settore manifatturiero ai massimi da sei anni, il miglioramento complessivo degli indicatori di fiducia, la disoccupazione in calo e un tasso di crescita degli utili per azione del 10% nel quarto trimestre del 2016, ci aspettiamo che l'attenzione si concentri su questi buoni dati fondamentali europei quando le nubi politiche che adesso oscurano la Francia inizieranno, forse, a dissiparsi in estate”.

Una nuova speranza

In Lombard Odier IM credono che la Francia seguirà l’esempio di Austria e Olanda. Tuttavia, sono consapevoli del fatto che “è troppo presto per ipotizzare la fine del populismo in Europa”, sia per il 21,5% dei voti ottenuto da Le Pen al primo turno sia per il solido supporto pari al 45% della popolazione che ricevono i partiti populisti in Italia.

Secondo gli analisti, “la cosa più probabile è che il populismo ottenga la sua vittoria in sordina: costringendo i partiti principali ad adottare molte delle sue politiche meno discusse, facendole passare per le loro”. Allo stesso tempo, ritengono che “sta crescendo una nuova tendenza che fa ben sperare”. Si riferiscono al fatto che “i politici sostengono appassionate argomentazioni a favore dell’Europa e sfidano i nazionalisti nel loro territorio”. Macron è un esempio per il suo messaggio pro Europa. Di conseguenza, “una sua vittoria il prossimo 7 maggio potrebbe essere la prova più grande per capire se la democrazia occidentale può affrontare la tendenza nazionalista”.

Se poi sarà anche in grado di implementare il suo programma di riforme, contando sull’appoggio di un omologo progressista in Germania, dalla società di gestione credono che “la crescita potrà accelerare e la BCE troverà finalmente il modo di alzare i tassi di interesse”.