ConsulenTia17, focus sull'informativa alla clientela in MiFID II

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Dopo quattro edizioni romane e una nel Nord Est, ConsulenTia, l’evento targato Anasf, raggiunge anche Torino. Dopo il primo appuntamento di Roma nel mese di febbraio, l'associazione ha riproposto a Torino un convegno dedicato alle novità che verranno introdotte con MiFID II, con particolare focus sull’informativa alla clientela e sul posizionamento dei principali player.

L’introduzione di MiFID II rappresenta un punto di svolta epocale per gli intermediari, consulenti finanziari e risparmiatori. Una delle maggiori novità è senz’altro la product governance, dove passeremo da una situazione in cui la tutela del cliente avviene nella fase finale del processo di vendita, a uno scenario in cui gli operatori dovranno cercare di capire le esigenze della clientela, cercando di tutelarne l’interesse lungo tutto il ciclo di vita del prodotto di investimento. La nuova normativa vuole passare da una logica di servizio a una logica di prodotto, anticipando il momento nel quale il cliente deve essere tutelato nell’ambito del processo che parte dall’ideazione del prodotto e termina con la sottoscrizione da parte del cliente. Inotre, una maggior trasparenza potrebbe aiutare a sviluppare nei clienti una maggior consapevolezza, con l’obiettivo di imporre agli intermediari di fornire ai clienti informazioni chiare e trasparenti riguardo i costi dei servizi offerti, le caratteristiche relative agli strumenti finanziari proposti e le modalità di custodia dei prodotti/servizi finanziari offerti. Da qui nasce il questionario MiFID, con l’obiettivo di fornire una profilatura del cliente e di rendere la clientela più consapevole. "Nonostante lo stampo diligista della normativa MiFID II, non è così dettagliata da stabilire quali sono le griglie del questionario. Vengono stabilite quali sono le informazioni base ma viene lasciata agli intermediari una sufficiente libertà di stabilire il grado di specificazione del test. Sul test di appropriatezza, attinente alla conoscenza dell’investitore sul mondo degli investimenti, MiFID II non introduce novità rilevanti ma rafforza la disciplina di appropriatezza”, spiega Luca Frumento, avvocato e consulente legale di Anasf.

Un’altra interessante novità riguarda il meccanismo di execution only. Con l'avvento di MiFID II, assisteremo a un restringimento di quest'operatività. Infatti, non sarà consentito l'utilizzo dell'execution only in operazioni su strumenti finanziari complessi, così come nel caso in cui la clientela benefici di crediti e prestiti, se il servizio non è prestato ad iniziativa del cliente e se lo stesso è stato informato del deficit di protezione. “I paletti posti da MiFID II rappresentano una cartina tornasole sulla tenuta del modello dell’industria del risparmio gestito italiana rispetto al modello anglosassone”, precisa l’esperto.

Posizionamento dei principali player

Una delle novità di MiFID II è senza dubbio la possibilità di scegliere liberamente la modalità del servizio di consulenza, con gli operatori che possono scegliere se prestare consulenza su base indipendente, dipendente o ibrida. Nella consulenza su base indipendente non è consentito il meccanismo delle retrocessioni, a cui si sostituirà il meccanismo della parcella. In particolare, il cliente investitore erogherà il corrispettivo all’intermediario, il quale retrocederà il compenso di parcella (pro-quota) al consulente finanziario. Nel regime di consulenza dipendente i consulenti potranno continuare a ricevere rebates, purché siano giustificati dalla prestazione di un servizio aggiuntivo o di livello superiore per il cliente. “Come pare certo, i principali player del settore intendono continuare su un modello di consulenza non indipendente. Il sistema delle retrocessioni rimane ma con dei correttivi importanti, ossia deve essere vincolato al miglioramento della qualità del servizio”, precisa Frumento. Per quanto riguarda le ipotesi di consulenza ibrida, il regolamento delegato impone ai consulenti finanziari individuali di scegliere se lavorare in un regime di dipendenza o di indipendenza e di comunicarlo esplicitamente al cliente.