Il gioco delle tre carte delle commissioni di performance

carte
Steven Depolo, Creative Commons, Flickr

Non c’è dubbio: le commissioni di performance sui fondi pesano eccome sugli investitori. Se qui avevamo visto quali sono le problematiche legate alle spese correnti di un fondo comune e quali sono i prodotti domiciliati più cari in commercio, adesso uno studio di MoneyFarm aggiunge un’ulteriore tassello: solo nel 2015, dicono, le commissioni di performance delle prime cinque società d’investimento italiano (prodotto e distributrici) sono cresciute in media dell’80%.

Innanzitutto lo studio pone l’accento sul significato di commisione di perfomance prelevate dalle SGR in base ai risultati del fondo. “Queste ultime rappresentano uno dei costi maggiormente variabili, occulti e quindi potenzialmente più lesivi per i rendimenti dei risparmiatori”, spiegano gli analisti di Moneyfarm. Sulla base delle analisi svolte risulta infatti che, nonostante il crescente grado di armonizzazione della normativa comunitaria, permangono aree di disomogeneità nei diversi Stati, specialmente in Lussemburgo e Irlanda, in particolare sul tema dei costi applicati dagli OICR.

Così accade che se la normativa italiana è più ligia rispetto a quella estera, molte società decidono di domiciliare i fondi all’estero, soprattutto in Lussemburgo, proprio per sviare le restrizioni nazionali. “Già alla fine del 2013 dei 560 miliardi di euro che costituivano il patrimonio investito in fondi comuni in Italia, ben 235 erano investiti in fondi comuni di società italiane ma domiciliati all’estero”.

Per capire quanto incide il fenomeno MoneyFarm presenta un esempio pratico:

1. Investitore con un orizzonte temporale d’investimento di 2 anni con investimento di 100.000 euro in un fondo domiciliato in Italia con commissioni di performance annuali pari al 20% dell’over-performance registrata rispetto ad un benchmark monetario come l’Euribor a 3 mesi (prossimo allo zero): commissione sul rendimento pagata 2000 euro.

Data

gen-
14

mar-14

giu-14

set-
14

dic-
14

Totale 2014

mar-15

giu-15

set-
15

dic-
15

Totale 2015

Totale
2014/2015

Rendimenti

-

-6%

+5%

+7%

-12%

-8%

+7%

+4%

+4%

-4%

+11%

+2%

Commissioni

-

€-

€-

€-

€-

€-

€-

€-

€-

€-

€2,000

€2,000

 

 2. Stesso investitore che però decide di acquistare un fondo identico al primo, ma con la differenza che quest’ultimo sia domiciliato all’estero (quindi possa prelevare le commissioni di performance ogni trimestre): commissione sul rendimento pagata 5000 euro.

Data

gen-14

mar-14

giu-14

set-
14

dic-
14

Totale 2014

mar-
15

giu-
15

set-
15

dic-15

Totale 2015

Totale
2014/2015

Rendimenti

-

-6%

+5%

+7%

-12%

-8%

+7%

+4%

+4%

-4%

+11%

+2%

Commissioni

-

€-

€900

€1300

€-

€2200

€1200

€800

€800

€-

€2800

€5000

 

Dai ricavi complessivi ai ricavi di perfomance

Lo studio raccoglie anche i dati di bilancio delle prime dieci azionede per masse gestite in fondi aperti (secondo Assogestioni) e seleziona quelle italiane, che si occupano sia di prodotto che di distribuzione che sono quotate su Borsa italiana e che applicano commissioni di performance almeno su uno dei propri fondi. “Un primo interessante raffronto riguarda sicuramente quello tra le commissioni di performance e gli utili generati dalle società in questione:

Società di gestione

Commissioni di perfomance
(in euro)

 %dell'utile
Mediolanum 362 milioni 74% 
Azimut 158 milioni  64%
Banca Generali 127 milioni 63%
Gruppo UBI Banca 35 milioni 30%

Un’ulteriore analisi su i bilanci (questa volta su due anni: 2014 e 2015) mette in risalto come i ricavi derivanti da commissioni di performance costituiscano una parte davvero significativa dei ricavi complessivamente prodotti da tutte le commissioni attive (di gestione, sottoscrizione e performance):

Società di gestione

aumento delle commissioni
di performance

Banca Generali 123%
Gruppo UBI Banca  106%
Mediolanum 85%
Intesa Sanpaolo 50%
Azimut 46%

Le commissioni di performance per come sono applicate e calcolate possono dar luogo a comportamenti opportunistici che come spesso accade vanno a danno della clientela” concludono gli esperti di MoneyFram. “C’è da evidenziare un conflitto d’interesse che esiste sia per il collocatore (banca/promotore) che per il gestore, i primi saranno incentivati a consigliare fondi che prevedono commissioni di performance mentre il gestore potrebbe invece essere incentivato a ricercare rendimenti più elevati a scapito di un’ottimale gestione del rischio, andando anche in questo caso a potenziale danno del cliente”.