Come ottenere esposizione con le società orientate all'export?

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Dopo i recenti drawdown, molti investitori tradizionali preferiscono mantenere la liquidità nei portafogli, in attesa che le condizioni di mercato migliorino. All'interno di questo contesto, cresce l'attenzione verso la Cina e verso i mercati dell’Asia emergente. Alcuni operatori stanno, infatti, iniziando a posizionarsi in attesa di un rimbalzo di Pechino e del conseguente impatto che questo potrà avere sulla regione stessa. Ma questo non è l'unico spunto. Anche in Europa e in Giappone, pur essendo due mercati profondamente diversi, ci sono essere opportunità di investimento, a iniziare dal fatto che in entrambe le aree le banche centrali stanno attuando un processo di quantitative easing (Qe). Funds People ha chiesto ad Antonio Sidoti, director of Italy in WisdomTree Europe, che è pioniera nell’approccio ponderato sulla base dei dividendi ed è sia emittente di ETF sia creatrice di indici, di individuare aree, strategie e prodotti che offrono le migliori opportunità di investimento.  

La Cina sta vivendo una fase di forte rallentamento, ma nonostante questo i dati della crescita restano comunque vicino all’obiettivo del 7%. Come si stanno comportando gli investitori?

In un’epoca in cui i capitali tendono ad abbandonare la Cina alla ricerca di porti più sicuri, è importante che la crescita del credito del settore privato continui a espandersi all’interno del Paese e a confluire verso i consumatori e le imprese. I dati più recenti segnalano un aumento, negli ultimi mesi, della concessione di nuovi prestiti bancari. La costante espansione del credito alle famiglie sarà un parametro importante da seguire, insieme alle spese complessive per i consumi, quale percentuale del Pil cinese. Questa transizione probabilmente richiederà diversi anni. Nel breve periodo, tuttavia, la rinnovata crescita del credito e l’andamento delle borse rappresentano due valori di riferimento importanti per monitorare in maniera adeguata il processo di stabilizzazione delle condizioni finanziarie globali. Per queste ragioni gli investitori stanno iniziando a posizionarsi in attesa di un rimbalzo della Cina e sul conseguente impatto che questo potrà avere sulla regione stessa. In questa direzione, stiamo riscontrando un interesse crescente sull’indice WisdomTree Emerging Asia Equity Income, che comprende società domiciliate nei Paesi emergenti dell’Asia che rientrano nel primo 30% delle società migliori in riferimento al parametro del dividend yield.

Cosa ne pensa del Giappone? Quali sono i maggiori rischi di questo Paese e in quali aree/settori prevede maggiori opportunità di crescita?

Alcuni osservatori ipotizzano l’introduzione di tassi d’interesse negativi. Noi, non siamo convinti che la BoJ interverrà in questa direzione, prima di tutto a causa delle possibili ripercussioni sui margini di profitto del sistema bancario. Nello specifico, a nostro avviso, l’imminente privatizzazione delle Poste nipponiche ridurrà le probabilità di tassi negativi quale strumento di politica monetaria nel Paese del Sol Levante. Ciò detto, la politica pro-crescita dell’Abenomics sta acquistando maggiore credibilità. L’ipotesi di un nuovo regime politico della Boj che si ponga di fatto quale obiettivo il Pil nominale è destinata a ridestare l’interesse degli investitori locali e globali nel segmento immobiliare, azionario e degli attivi rischiosi in yen. Le prossime quattro settimane costituiranno il vero banco di prova.

Europa e Giappone, pur essendo due mercati profondamente diversi, sono accomunati dall’avere delle Banche centrali che stanno attuando un processo di Qe. In questo scenario, le valute locali dovrebbero indebolirsi e, di contro, dovrebbero essere avvantaggiate le società che esportano, cosa ne pensa?

In generale, all'interno dell'attuale scenario macroeconomico potrebbe essere interessante, per gli investitori azionari, tener conto della possibilità di ottenere esposizione su questi due mercati guardando a società orientate all'export, ponderate in base ai dividendi, e tenendo conto al contempo di strategie di copertura valutaria in divisa forte. Per fare un esempio, l’azionario giapponese è cresciuto di oltre il 90% durante Abenomics: dal momento che i mercati hanno reagito anticipando l'elezione del Primo ministro Abe, avvenuta il 30 novembre 2012, lo yen ha avuto un impatto sostanziale sui portafogli che non avevano implementato una strategia di copertura valutaria. Se vi è motivo di credere in Abenomics, e se la correlazione negativa tra azioni e valuta giapponese dovesse rimanere intatta, gli investitori dovrebbero prendere in considerazione la copertura dello yen, dato che esisterebbe la possibilità che il deprezzamento della valuta possa limitare la performance positiva dei titoli azionari. Quanto all'andamento dei titoli, le azioni giapponesi stanno mantenendo basse valutazioni, riscontrando allo stesso tempo un miglioramento dei fondamentali. In WisdomTree abbiamo un indice - il WisdomTree Japan Hedged Equity Index - che è concepito per fornire un'esposizione ai mercati azionari giapponesi e che si pone l’obiettivo di neutralizzare l'esposizione alle fluttuazioni dei movimenti dello yen giapponese rispetto al dollaro Usa. Da rilevare che l'indice è costituito da aziende che pagano dividendi, che sono domiciliate in Giappone e negoziate alla Borsa di Tokyo, che hanno una capitalizzazione di mercato di almeno 100 milioni di dollari e un orientamento all'export. Sull’ Eurozona, invece, Il WisdomTree Europe Hedged Equity Index è concepito per fornire l'esposizione alle azioni europee, neutralizzando al contempo l'esposizione alle fluttuazioni tra l'Euro e il dollaro Usa. L'indice si basa sulle società che pagano dividendi, che sono domiciliate in Europa e scambiate in euro, che hanno almeno 1 miliardo di dollari di capitalizzazione di mercato, e che  generano almeno il 50% del loro fatturato nell'ultimo anno fiscale da Paesi al di fuori dell’area. Questo dà all’indice un’esposizione alle società con una più significativa base di fatturato globale.

Ultimamente si stanno sviluppando sempre di più degli approcci che si basano sui dividendi, cosa ne pensa?

Sembrerebbe che stia tornando la propensione al rischio azionario dato che siamo in un contesto di rendimenti bassi dell’obbligazionario e cash yield negativi. Tuttavia un numero crescente di investitori, ancora insicuri sul percorso dei mercati, vorrebbero avere un approccio più conservativo all’equity sulla base dei fondamentali. In WisdomTree siamo pionieri nell’approccio ponderato sulla base dei dividendi e siamo sia emittenti di ETF sia creatori di indici. In questa direzione stiamo espandendo la nostra offerta di ETF UCITs compliant e abbiamo recentemente quotato su Borsa Italiana il WisdomTree Emerging Asia Equity Income UCITS ETF (DEMA), un indice che comprende società domiciliate nei Paesi emergenti dell’Asia che rientrano nel primo 30% delle migliori aziende in riferimento al dividend yield. I titoli risultanti vengono utilizzati per costruire un’esposizione ampiamente diversificata, con un 4,5% di peso massimo per ciascuna azione, un 33,3% per singolo settore e un 33,3% per singolo Paese, combinata con una strategia di ponderazione in base ai fondamentali, basata sull’ammontare del dividendo fisico distribuito dalle società. La metodologia contribuisce a mitigare il rischio e a focalizzarsi sui Paesi e sui settori a maggiore distribuzione di dividendo. Studi accademici mostrano che gli indici ponderati in base ai dividendi, o che includono società a maggiore dividend yield hanno sovraperformato rispetto agli indici ponderati in base alle capitalizzazioni di mercato nel lungo termine. L’indice Emerging Asia Equity Income ha un dividend yield storico del 6,1% per anno sugli ultimi 12 mesi.

Concludendo, in questa fase, è meglio focalizzarsi sul mercato azionario o su quello obbligazionario? E poi ancora, su quali prodotti in particolare?

In generale, dipende dal profilo di rischio dell'investitore. Sulla base dei riscontri che stiamo raccogliendo dai nostri clienti, sono attesi nuovi segnali di miglioramento dai mercati prima di rafforzare l'esposizione delle attività di rischio. In ogni caso sembrerebbe predominare l’idea di avere un approccio più difensivo sugli azionari attraverso lo stile fondamentale. Quanto ai prodotti, la categoria degli Exchange Traded Product rappresenta il veicolo di investimento che sta raccogliendo i riscontri più positivi grazie in generale a bassi costi, trasparenza e molteplici scelte di trading e liquidità.