Come il mondo finanziario sta crescendo con il digitale

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immagine ceduta dall'entità

Il mondo sta vivendo cambiamenti strutturali che in realtà stanno provocando riflessioni su un’ampia serie di scenari ancora difficili da delineare in modo appropriato in quanto legati alle scelte sociali e politiche che verranno intraprese. Un esempio per tutti il passaggio degli USA tra i maggiori produttori al mondo di petrolio: negli ultimi mesi la produzione statunitense è balzata a 9,6 mil di barili/giorno posizionandosi poco sotto i due big, 10 mil per l’Arabia Saudita e 10,8 della Russia. Per gli USA è la produzione assoluta più alta da sempre con la prospettiva di diventare esportatori netti.

La ragione è lo sfruttamento dello ‘shale oil&gas’ ormai in sovrabbondanza grazie alla capacità della tecnologia di ‘scovare’ e sfruttare al meglio le perforazioni. Ma la cosa più interessante sono i progressi tecnologici hardware e software che utilizzano la rete Internet. “Negli ultimi dieci anni sono stati esplosivi: collegamenti ultraveloci sui device mobili, algoritmi di profilatura, analisi predittiva, robotica umanoide, ologrammi, stampa domestica in 3D, droni in Wi-Fi, veicoli autonomi. Lo sviluppo è stato guidato da microchip sempre più potenti e a basso costo e da software avanzati, come per il riconoscimento biometrico. A dare il massimo risultato è la combinazione di analisi in campi diversi quali statistica, crittografia, studi sull’intelligenza artificiale e robotica, scienze comportamentali, algoritmi matematici e ovviamente l’informatica”, afferma Corrado Caironi, investment strategist di R&CA.

La forza della digitalizzazione ha inglobato il concetto stravolgente dei primi anni 2000 della new economy nello scenario della globalizzazione. I confini della geografia politica sono stati riscritti dalla estensione virale della rete web che ha ridisegnato le aree di influenza e dipendenza digitale. Il mondo finanziario ha iniziato da tempo, così come tutti gli operatori di servizi, a chiedersi quale sarà il futuro delle banche e dei servizi finanziari che esse sovrintendono. “Il quadro, seppur complesso, passa anche in questo caso attraverso il nodo della sicurezza quale epicentro di un sistema di pagamenti, finanziamenti e investimenti che rimane l’elemento distintivo per le transazioni economiche locali e globali. Se comunque la banca di domani, nel modo tradizionale di come la intendiamo oggi, rimarrà sempre un punto di riferimento per le attività del credito, solo con una capacità di sfruttare a pieno l’attuale relazione con la propria clientela riuscirà a estendere gli attuali servizi. Altra cosa sarà il sistema dei pagamenti in gestione digitale e la parte di negoziazione dei mercati che sarà gestita da strutture multinazionali che ne garantiranno l’efficienza e la sicurezza”, continua Caironi.

Gli analisti che hanno iniziato a guardare con attenzione gli investimenti che gli istituti di credito stanno mettendo in atto sull’evoluzione digitale dei loro servizi “vedono il modello di banca tradizionale capace di affrontare le sfide del cambiamento strutturale in quello che non è solo una reazione difensiva ma tale da partecipare attivamente al rimodellamento dei servizi finanziari valorizzando anche la parte più analogica che sottintende un valore aggiunto: un’importante trasformazione dell’ecosistema bancario con l'opzione strategica di saper sfruttare a pieno il vantaggio relazionale costruito nel tempo“.