Come applicare il value investing ai portafogli

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Ecco come ispirarsi alla filosofia di investimento di Warren Buffett secondo Roberto Russo, amministratore delegato di Assiteca SIM, società specializzata nella consulenza finanziaria indipendente.

Lei è tra i pochissimi in Italia che, per gli investimenti, applica la filosofia del 'value investing’. Ci può spiegare?

In Assiteca SIM abbiamo improntato l’attività di consulenza su tre pilastri fondamentali: metodo, trasparenza e indipendenza. Ci ispiriamo alla filosofia di investimento di Warren Buffett, il Value Investing, basata sul principio secondo il quale occorre focalizzare l’attenzione sui risultati operativi delle società oggetto di investimento indipendentemente dalle oscillazioni dei prezzi di breve termine che, al contrario, determinano le vere opportunità di acquisto. I giudizi delle agenzie di rating non ci interessano, anzi molto spesso le nostre antenne si alzano laddove proprio quei giudizi, se negativi, spingono la massa degli investitori a vendere. Laddove dovessimo individuare un margine di sconto pari o superiore al 40% tra prezzo di mercato e valore intrinseco di un’azienda oggetto di analisi, ne suggeriamo l’acquisto sempre a condizione che sia guidata da manager di indubbio valore etico e professionale che agiscano nell’interesse degli azionisti.

Come garantite trasparenza e indipendenza? 

Grazie all’applicazione della regola “zero prodotti nei portafogli dei clienti”; eliminiamo a monte ogni sorta di conflitto di interesse perché suggeriamo alla nostra clientela solo titoli (azioni e obbligazioni) in quanto vogliamo assumerci direttamente la responsabilità dei nostri suggerimenti, cosa per nulla scontata quando si acquistano fondi che hanno il doppio svantaggio di generare costi occulti (commissioni) nonché di essere composti da centinaia di titoli spesso non noti né ai sottoscrittori né tanto meno ai consulenti.

Come sono andate le masse?

L’applicazione di queste regole ci ha permesso in due anni di ampliare le nostre masse in consulenza da 13 milioni agli attuali 95 mln, di ampliare il nostro bacino di utenza dalla clientela retail ai clienti istituzionali e di portare Assiteca SIM in utile netto già nel suo primo anno di vita (2013).

La consulenza indipendente però in Italia stenta a decollare. Perché?

Credo che la consulenza indipendente non sia ancora decollata perché i clienti non riescono a percepirla come un servizio a valore aggiunto in quanto mancano gli elementi distintivi che giustifichino il pagamento di una commissione ad hoc. Spesso le banche suggeriscono in consulenza gli stessi prodotti inseriti nelle gestioni patrimoniali, per cui il cliente di fatto cade dalla padella nella brace e in più paga anche le commissioni indirette in capo ai prodotti finanziari suggeriti.

Continueranno a essere premianti le strategie che si sono già fatte avanti nel 2014, ovvero il multiasset e ora anche i fondi alternativi UCITS, per stare decorrelati dal mercato. Come si fa a far fare performance ai clienti?

Le crisi globali che hanno investito i mercati finanziari nel 2008 e nel 2011 hanno certificato l’inefficienza dei fondi alternativi e multiasset a causa della correlazione negativa di tutte le asset class. È proprio questo il motivo per cui riteniamo che l’unico modo per realizzare stabilmente performance di lungo periodo sia acquistare business con un considerevole sconto rispetto al valore intrinseco senza preoccuparsi dell’andamento erratico dei mercati di breve termine. L’elemento psicologico nel nostro mestiere riveste un ruolo determinante.