Carlo Gentili: un QE europeo? Significherebbe dare altra benzina al motore dei mercati

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Il 2013 potrebbe essere ricordato come un anno straordionario per i fondi obbligazionari flessibili, secondo quanto affermano gli analisti di Morningstar. A livello europeo e mondiale, infatti, nella seconda metà dell’anno si sono verificati pesanti deflussi da questa classe di attivo in seguito all’annuncio della riduzione del piano di quantitative easing della Fed, il famoso tapering e per il timore di un aumento dei tassi di interesse. L’impatto più grande lo hanno avvertito i fondi obbligazionari che investono nei paesi emergenti e quelli maggiormente esposti alla curva dei tassi americani. Tuttavia, la situazione macroeconomica è stata positiva per i periferici dell’Eurozona. Nel 2013, dunque, hanno pagato le strategie flessibili e meno conservative, che sfruttano più leve gestionali senza dipendere dal rischio di tasso. 

Alla domanda se questa tendenza stia volgendo a termine, Carlo Gentili, partner fondatore e amministratore delegato di Nextam Partners, risponde che “non è opportuno fare queste previsioni, in particolare quando di fatto si tratta di decisioni che scaturiscono da scelte politiche e/o da organismi centrali quali la FED. Tuttavia le ultime dichiarazioni di Draghi, Presidente della BCE,  fanno pensare che anche l'Europa stia riflettendo su un Quantitative Easing europeo, se così fosse - e non abbiamo motivo di dubitare - significherebbe dare altra benzina al motore dei mercati”.

Per quanto riguarda le prospettive di questa categoria, secondo Gentili, “i fondi flessibili in una fase in cui non vi è una tendenza chiara possono offrire una buona opportunità. Altrimenti è preferibile detenere fondi con una vocazione più esposta alle tendenze del mercato”.

Tuttavia, secondo un recente studio pubblicato da Cerulli Associates, ci troviamo di fronte ad un possibile cambio di tendenza per i fondi obbligazionari flessibili. Il buon momento vissuto dai fondi flessibili europei nel 2013 potrebbe volgere al termine, afferma la società di consulenza americana,  e alcuni gestori si stanno giá preparando per una possibile correzione del mercato.