View sulle Borse mondiali

Penn State, Flikr, Creative Commons
Penn State, Flikr, Creative Commons

Il 2016 si è chiuso con un rialzo dell’indice mondiale pari al 9%. Tra le principali Borse mondiali, gli Stati Uniti hanno fatto registrare la miglior performance, con un guadagno pari al 13%. L’indice Nikkei espresso in yen si è mantenuto stabile e, tenendo conto della variazione del cross euro/yen, ha fatto registrare un rialzo del 7% (espresso in euro). Il CAC 40 ha chiuso con un rialzo del 5%, mentre l’Euro Stoxx 50 è rimasto pressoché invariato.

Nel primo bimestre del 2016, l’andamento dei mercati finanziari è stato influenzato negativamente dalle prospettive economiche poco incoraggianti, principalmente per quanto riguarda la recessione dell’industria mondiale e il rallentamento della crescita economica cinese. Inoltre, i timori deflazionistici, ritenuti un vero e proprio flagello per le Borse mondiali, sono stati ravvivati dal crollo dei prezzi delle materie prime. La risalita del prezzo del petrolio, le misure adottate dal governo cinese al fine di sostenere la crescita e il buon andamento dei consumi negli Stati Uniti, hanno favorito il trend rialzista dei mercati azionari. A fine giugno, i mercati finanziari hanno reagito positivamente alla vittoria del “leave¨ al referendum per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, facendo registrare un rialzo dell’ordine del 10%. Sul finire del 2016, la vittoria di Trump alle elezioni americane e il referendum in Italia non hanno avuto un impatto ribassista sui mercati finanziari, ma piuttosto un effetto benefico. La ripresa dei prezzi delle materie prime e le politiche economiche e fiscali promesse da Donald Trump sono state interpretate come la fine del periodo deflazionistico e l’inizio di un periodo di crescita economica più sostenuta. 

La Borsa brasiliana è quella che ha performato meglio nel 2016, con un rialzo del +66%, seguita da Perù (+58%), Russia (+53%), Pakistan (+37%), Ungheria (+36%) e Marocco (+34%). Tra le Borse che hanno chiuso il 2016 con una performance negativa troviamo la Nigeria (-37%), Ghana (-32%), Bosnia (-26%). Tra le Borse europee, la Borsa Italiana  è stata la peggiore nel 2016 (-11%).

Il 2017 può essere definito come il ¨ritorno alla normalità¨: il crollo dei prezzi del petrolio, i tassi di interessi negativi e le tensioni deflazionistiche che hanno caratterizzato il 2016, lasceranno spazio alla reflazione. Il sentiment ottimista che aleggia sui mercati finanziari è in gran parte alimentato dal ¨fiscal stimulus¨ promesso dall’amministrazione Trump ed è in contraddizione con il clima di incertezza che osserviamo a livello globale. Questo paradosso evidenzia la vulnerabilità dei mercati finanziari in questi primi mesi del 2017, in quanto nonostante il clima di incertezza geopolitica a livello globale, la volatilità sui mercati azionari è sorprendentemente debole.