BlackRock integra la consulenza per algoritmi e compra FutureAdvisor

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foto: autor littlelostrobot, Robot Noir, Flickr, creative commons

C’è chi pensa che usare un algoritmo sia il modo più efficace per gestire il rischio e costruire un’asset allocation funzionale alle singole esigenze di un risparmiatore. Vale a dire che un computer può salvare i risparmi. Una tendenza, oltre che un modo di fare consulenza e gestione che va sotto al cappello di robo-avdisor. Così, il colosso della gestione a stelle e strisce BlackRock ha appena fatto un acquisto insolito: una startup chiamata FutureAdvisor che offre, a basso prezzo, una gestione del portafoglio automatizzata basata su algoritmi. Quindi, per non subire questa nuova tendenza in atto e avere in giro altri competitor, l’asset manager ha deciso di aggiungere un robo-advisor alla sua offerta. La società americana spera così di utilizzare FutureAdvisor “per consentire alle banche, alle società di intermediazione e di assicurazione di utilizzare la piattaforma digitale della società per i clienti affulent e per i Millennials”, ha fatto sapere Frank Porcelli, responsabile della wealth advisory unit americana di BlackRock.

L’impatto economico non è rilevante ma è piuttosto il segnale di un cambiamento. Il valore dell’accordo si aggira tra i 150 e i 200 milioni di dollari, secondo quanto riporta il Financial Times e il marchio sarà FutureAdvisor powered by BlackRock Solutions. In cima alla lista della robo-advisory ci sono Betterment LLC e Wealthfront Inc., ognuno dei quali gestisce circa 2,6 miliardi di dollari degli investitori. Quest’ultima mossa sta ad indicare un altro passo progressivo nello sforzo che sta facendo BlackRock di entrare nel settore del robo-advisor e, in fondo, finisce per alimentare un timore che si fa sempre più concreto: che i robo-advisor rappresentino una minaccia per l'industria della gestione patrimoniale tradizionale. “Le grandi banche come Chase, UBS e Wells Fargo non ne fanno mistero, ma possono permettersi di avviare i propri servizi di consulenza automatizzati da integrare con le loro piattaforme attuali”, fa sapere Alois Pirker, research director di Aite Group, una società di consulenza che si concentra sulla gestione patrimoniale. I clienti, però, sono ancora molto scettici. Persino dall’altra parte dell’Oceano.