Barjou (Lyxor AM): “Alternative risk premia, strategie double face che offrono beta e alfa”

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Col passare del tempo, la geopolitica si è ritagliata uno spazio sempre più importante nel mondo degli investimenti, e ciò ha portato i gestori a dover, di conseguenza, tener in considerazione possibili variazioni di volatilità anche nei loro processi di investimento. È tuttavia impossibile prevedere certe dinamiche, si possono fare delle valutazioni, esprimere dei pareri, ma non si ha mai la certezza di cosa possa realmente accadere. È così che la pensa Florence Barjou, head of Multi-Asset Investments di Lyxor Asset Management, citando l’incerta situazione nordcoreana, che porta a monitorare con ulteriore attenzione i possibili rischi in portafoglio. “È per circostanze di questo tipo che noi costruiamo portafogli con degli appositi livelli di target di volatilità, che sono valutati a livello giornaliero. Se eventuali dinamiche geopolitiche si dovessero infatti materializzare, siamo molto efficienti nel cambiare le posizioni in portafoglio in modo da gestire questo tipo di rischi”, spiega l’esperta.

Per Barjou, ciò che conta di più è che il profilo di rendimento degli investimenti sia asimmetrico, ovvero che la quantità di denaro perso sia inferiore a quella che si guadagna. “Ciò è fondamentale, ed è anche il motivo per cui da Lyxor AM abbiamo organizzato i roadshow sugli investimenti alternativi risk premia. Nei nostri fondi, finora, investiamo in asset class decorrelate tra loro ma vediamo anche che, in accordo con i clienti, ognuna di queste è al momento costosa. Per i prossimi due o tre anni, non crediamo sia una buona scelta adottare una strategia buy and hold. Altro punto in cui crediamo è la flessibilità, infatti abbiamo delle ottime strategie flessibili”, afferma la manager.

Ciò che caratterizza però l’asset manager è andare oltre, ovvero cercare delle evidenze in portafoglio che non abbiano alcuna relazione con le tradizionali asset class, che è esattamente quello che succede con gli alternative risk premia. “La maggior parte delle volte applichiamo questo metodo alle strategie long/short, un buon esempio è quello delle quality o low volatility alternative risk premia, che consiste in aprire posizioni long in azioni high quality o a bassa volatilità, e andare corti sul mercato o nelle più basse posizioni dell’hedging. Questo è il risultato che normalmente si ottiene con una strategia market neutral, quindi il grosso vantaggio che apporta è quello di avere zero correlazione con il resto del portafoglio. Per noi questa rappresenta una strategia molto attraente ed è svolta con un’allocazione top down”, spiega Barjou. Gli alterntive risk premia si differenziano dalle altre strategie flessibili, avendo queste parti del rendimento degli hedge funds. “Quando si guarda al rendimento degli hedge funds, questo è rappresentato dal beta con esposizione al mercato, ma queste strategie offrono invece entrambi, beta e alfa. Quello che facciamo è quindi ottenere parte del rendimento dalle strategie tipiche degli hedge funds che le sole strategie tradizionali long only, UCITS e multi-asset non possono offrire”.

Barjou e il suo team sono quindi convinti che un’allocation top down sia davvero molto importante, dato che ciò che che gli investitori cercano è in primis una strategia che li supporti nel prendere le decisioni di investimento, un driver che li aiuti. In secondo luogo, la manager fa notare che se si guarda agli alternative risk premia è evidente come questi abbiano un impatto diretto sulle performance. “Quello che vogliamo è aumentare le performance risk adjusted. Se si cerca di aumentare assiduamente la performance si aumenta inevitabilmente anche il rischio, e questo è ciò che noi non vogliamo. Quello che i clienti cercano sono più performance ma con un minor rischio”, sostiene Barjou.

Tre modi

Per quanto concerne la protezione dal rischio dei portafogli multi-asset combinati con le strategie alternative risk premia, il team dispone effettivamente di tre modi: il primo è quello di ribilanciare il portafoglio settimanalmente. Ogni volta che si ribilancia il portafoglio questo ha un livello di volatilità ex ante che va da un massimo del 3% all’8%, quindi indipendentemente dall’allocation il cliente avrà sempre il medesimo rischio.

Il secondo punto è il trend following, che è long nelle evidenze. Se si verifica un’inversione di mercato, dove si hanno forti vendite sull’azionario, questa componente va a chiudere la posizione molto velocemente. Quando si verificano un certo tipo di dinamiche, il fondo reagisce molto rapidamente riducendo l’esposizione. Il controllo della volatilità e il trend following lavorano quindi insieme.

Il terzo modo è infine l’analisi global macro, che rispetto al trend following ha il vantaggio di essere anche contrarian. “Il trend following ovviamente non lo è perché segue i trend, e bisogna quindi attendere eventi nei mercati per chiudere le posizioni. L’analisi global macro può invece ottenere profitti prima dei trend di mercato, e una delle cose che stiamo facendo ora è quella di posizionarci short sui sovereign bond nel portafoglio global macro, perché crediamo che questo sia il vero rischio ad oggi. I veri rischi sono nel fixed income. Sulla componente azionaria, invece, ribilanciamo le posizioni in portafoglio fuori dai mercati emergenti, soprattutto in Europa. I global macro prevedono diversi driver che operano anche in modo diverso tra loro, ma insieme, e allo stesso tempo controllano il rischio nel processo di investimento”, spiega Barjou.

L’esposizione geografica

Infine, la manager dà una view sul posizionamento di Lyxor AM sui mercati, “fondamentalmente, preferiamo l’equity al fixed income mentre, a livello geografico, abbiamo un’esposizione sull’azionario europeo. Quest’asset class è stata leggermente deludente durante i mesi estivi, di fatto lo è stato dalle elezioni francesi. L’euro è forte, e per me ciò è dovuto al fatto che la crescita europea è in costante miglioramento, i fondamentali europei sono forti e solidi. Se guardiamo ai fondamentali per i corporate earnings, questi sono molto buoni in Europa. Sono sicura che il mercato equity europeo continuerà a performare, soprattutto se quello americano continuerà a salire”.

A detta di Barjou, il momentum economico in America rimane forte, e le riforme fiscali non sono al momento molto considerate dal mercato. “Se i fondamentali sono forti, la profittabilità corporate va bene e i tassi sono al rialzo, l’unico posto in cui investire, a mio parere, è l’equity. A livello settoriale, invece, non guardiamo ai singoli settori perché nella gestione del fondo Lyxor ARMA 8 svolgiamo un’allocation top down geografica pura. In altri fondi, invece, prediligiamo tipicamente i finanziari e le azioni value, che riteniamo attraenti”, conclude l’esperta.