Banche e assicurazioni, destini opposti con il rialzo dei tassi

Marchesin
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Commento a cura di Davide Marchesin, gestore del team azionario non direzionale di GAM.

Dopo sei anni in cui abbiamo conservato un posizionamento positivo sul settore assicurativo globale, con l’inizio del 2017 abbiamo modificato in negativo la nostra opinione in merito. Allo stesso modo, a inizio anno, abbiamo modificato in positivo la nostra view sul settore bancario. Per quanto riguarda il settore bancario, ci aspettiamo che la fase di tassi di interesse in calo giunga a conclusione e ci attendiamo di poter vedere alcuni rialzi nei prossimi anni. Questo aumenterebbe il margine di interesse delle banche e, di conseguenza, i loro ricavi. L’industria presenta anche bilanci più solidi e una qualità del credito in miglioramento. Nel complesso, crediamo che ci siano i presupposti per una solida performance del settore.

Per contro, l’incremento dell’inflazione sta avendo un impatto negativo sull’industria assicurativa. L’aumento dell’inflazione spinge al rialzo l’ammontare dei risarcimenti medi e quindi comprime la profittabilità del settore. In aggiunta a questo fattore fondamentale c’è da considerare il rischio legato al posizionamento: negli ultimi anni il settore assicurativo ha registrato un’elevata performance di borsa gravitando notevoli afflussi d’investimenti che potrebbero defluire in caso di deterioramento delle prospettive di profittabilità

Dal punto di vista geografico, gli Stati Uniti sono diventati un mercato piuttosto caro, come riflesso dall’indice S&P500 e, su base settoriale, in particolare dalle banche, soprattutto quelle regionali. Alla fine del 2016 le valutazioni bancarie stavano raggiungendo i livelli più alti registrati negli ultimi vent’anni e, da ciò, il nostro posizionamento neutrale sul settore. In aggiunta, il tasso di crescita degli impieghi bancari pur rimanendo piuttosto solido sta mostrando segni di rallentamento. Tale rallentamento è negativo per il PIL e per la performance generale del settore bancario.

In Europa i titoli finanziari ed in particolare quelli bancari stanno trattando a  valutazioni ancora molto attraenti, sia in termini relativi che in termini assoluti. La media delle banche dell’area Euro tratta al di sotto del proprio patrimonio netto mentre le banche regionali statunitensi in media tratta a sopra le due volte il loro patrimonio netto. In aggiunta, l’impulso del credito in Europa è tornato positivo e un euro debole nei confronti del dollaro rappresenta un fattore di supporto per le banche europee.

Nel resto del mondo vediamo particolare valore nei mercati emergenti che stanno scambiando in larga parte a valutazioni attraenti. In particolare, guardiamo con favore a quei nomi del settore bancario che sono stati particolarmente colpiti dal calo del sentiment successivo all’insediamento dell’amministrazione Trump e che trattano a valutazioni interessanti. Nel complesso siamo cauti sulla Cina e sull’area asiatica a lei più prossima, come Hong Kong. Sono questi i due mercati asiatici laddove la leva finanziaria è aumentata più significativamente negli ultimi dieci anni, pur continuando a crescere. Questo, insieme a tassi di interesse in aumento, implica un possibile deterioramento della qualità del credito nel corso del prossimo futuro. Hong Kong e le società cinesi, generano una buona parte dei loro ricavi in valuta locale a fronte di debiti contratti in valuta forte come, ad esempio, il dollaro. Se il renminbi dovesse continuare a indebolirsi, questo metterebbe sotto pressione diverse società, sostenendo la nostra visione negativa sull’area.