Anima SGR: positivi ma con qualche incertezza

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La prudenza non è mai troppa. Soprattutto per chi investe sull'asset class azionaria. Lo ribadiscono da Anima SGR, nell'analisi che ogni mese la società di gestione milanese pubblica sulla propria view di mercato. In soldoni, secondo gli esperti, rispetto ai minimi toccati a febbraio, il recupero dei mercati è evidente: da una parte gli sviluppi della politica monetaria, la stabilizzazione dei prezzi delle materie prime e specialmente del petrolio  hanno certamente migliorato il sentiment generale. Eppure "nel breve periodo in Europa si intravedono rischi politici che potrebbero riportare incertezza", fanno sapere. Il riferimento è certamente legato a due eventi eruopei che potrebbero far aumentare la volatilità: il referendum sulla Brexit il 23 giugno e, subito dopo, il 26 giugno, le nuove elezioni politiche in Spagna, senza contare la "questione greca", tornata alla ribalta in questi giorni, che sembra riaccendere le preoccupazioni.  Inoltre "se dalla crescita della Cina potrebbero giungere ancora segnali costruttivi, sul fronte della politica monetaria, invece, le aspettative degli investitori sono limitate: i mercati scontano un rialzo della Fed a marzo 2017, ma la Fed stessa non ha escluso un rialzo già a giugno. Se poi circoscriviamo lo sguardo alla Borsa italiana, questa continua ad essere penalizzata dalle tensioni relative ai titoli finanziari. Pertanto, gli elementi di incertezza non mancano, di qui la conferma di un posizionamento neutrale  sia sull’asset class azionaria nel suo complesso che su quella obbligazionaria".

Mercati obbligazionari? Giudizio positivo su high yield e bond emergenti

In un mercato di tassi a zero non c'è molta scelta: ridurre il peso dei titoli governativi, pur mantenendo una preferenza per quelli della Periferia europea ma al contempo "salire lungo la curva del rischio/rendimento puntando così, se pur in modo selettivo e prudente, sulle asset class delle obbligazioni emergenti e degli high yield, su cui il giudizio è tornato ad essere in entrambi i casi positivo", dicono gli analisti di Anima. "In termini di allocazione settoriale si conferma una marginale preferenza per utility, industriali e telefonici, anche nei comparti del debito subordinato di alcuni player di elevato standing. In generale, i portafogli corporate hanno un sottopeso di duration, in un contesto di sempre maggior diversificazione e un sovrappeso di beta; si preferisce ancora avere emissioni con rendimenti più elevati, ma su orizzonti temporali ravvicinati anche con un grado di seniority inferiore, a scapito di emissioni di migliore qualità ma con scadenza più lontana".

Mercato azionario: dal problema banche italiano alla "ripresina" cinese

Sull'Italia il team di Anima resta al momento prudente, mantenendo una posizione neutrale. Il sentiment di fiducia c'è, ma il settore bancario preoccupa. "Il settore bancario, che pesa circa 1/3 sugli indici italiani, continua a penalizzarne l’andamento: nonostante il recupero dell’ultimo mese, i titoli bancari stanno comunque facendo registrare una perdita del 30% da inizio anno, a causa delle pressioni regolamentari e dell’impatto dei “tassi zero” sulla redditività. A tutto questo si è sommato un problema di requisiti patrimoniali per alcuni istituti di credito, che si trovano al di sotto dei livelli minimi richiesti dalla Bce. Di qui la costituzione recente del fondo Atlante”.
Allargando gli orizzonti di analisi al Vecchio Continente poi per la socieà di gestione le Borse europee resteranno per i prossimi mesi ancora volatili. "Rimaniamo, però, positivi sulla congiuntura economica in Europa, in quanto il trend dei finanziamenti alle imprese ed ai privati è in netto miglioramento. Tra Europa e Usa continuiamo a preferire in termini relativi e nel medio lungo periodo le Piazze europee, non solo per i futuri possibili rialzi dei tassi della Fed, ma prima ancora perché l’economia americana ha raggiunto un grado di maturità avanzato rispetto a quella europea. A livello settoriale, all’interno dei portafogli dei fondi azionari, la view è positiva per il comparto farmaceutico, dei beni di prima necessità e dei beni durevoli o consumi discrezionali. Sono invece sottopesati i titoli finanziari ed assicurativi".

Se il giudizio sulle borse asiatiche poi resta neutrale, soprattutto dopo la delusione della Banca centrale del Giappone che ha lasciato inivariata la propria politica monetaria, il giudizio è positivo invece per le borse emergenti: "oggi il principale elemento di novità è rappresentato proprio dal netto miglioramento del contesto macro e di mercato in Cina sulla spinta degli stimoli monetari e fiscali. Ma non è tutto oro quello che luccica: se crediamo che i dati nel futuro prossimo resteranno incoraggianti, al contempo riteniamo che si tratti di uno dei tanti “mini-cicli” a cui si è già assistito negli ultimi trimestri, con la ripresa alimentata dal supporto di politiche economiche espansive. Non vanno cioè sottovalutati i problemi legati all’eccesso di debito nel settore privato e le difficoltà derivanti dal ribilanciamento del modello di crescita che prima o poi torneranno sotto i riflettori". Come a dire "la complessa evoluzione del modello di crescita in Cina è cominciato, ma il percorso è ancora lungo e la volatilità ancora dietro l’angolo.