Anche gli economisti sbagliano. I bocciati da Dominick Salvatore

Salvatore
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Comincia la "guerra" tra BCE e Fed. Le due banche centrali, a capo dei due blocchi mondiali, separano le loro strade di politica monetaria. A Bruxelles annunciano una nuova iniezione di liquidità. Oltreoceano la Federal Reserve finalmente alza i tassi. Ma chi decide sull'economia mondiale sa davvero quello che fa? Secondo Dominick Salvatore, economista italo-statunitense della Fordham University di New York, da sempre è critico nei confronti dell’euro e dell’Unione monetaria, "bisogna conoscere il mondo reale, perché spesso il mondo reale non opera come la teoria. Ci sono stati dei gravi errori, preannunciati. L'economia non è una scienza, gli economisti non possono comportarsi come scienziati puri".

L' autore dei testi di Microeconomia e di Economia internazionale, volumi di riferimento in tutte le università, fa nomi e cognomi. E un elenco di errori portati avanti dalla Fed. Secondo Salvatore, ad esempio, "Alan Greespan, considerato da tutti il maestro assoluto, nel 2000 era preoccupato che gli USA si trovassero di fronte ad un'iperinflazione. Non ha capito che era già in atto la globalizzazione e le sue politiche hanno portato alla crisi dei mutui subprime". Nella lista dell'economista italo-americano c'è poi il successore di Greenspan, Ben Bernanke. "Nel 2006 gli era stato chiesto se stavamo andando incontro ad una nuova bolla immobiliare. Lui rispose di no. Non si è accorto che un aumento del 10/15% all'anno non può essere sostenibile", incalza Salvatore. Nella sua black list c'è anche Jean-Claude Trichet , ex presidente della BCE: "l'aumento dei tassi d'interesse da lui sostenuto non è stata per niente una buona idea. Inoltre sosteneva che la recessione in atto negli USA non avrebbe colpito l’Europa, ma non aveva tenuto conto delle intercorrelazioni fra Paesi”. Ma gli errori riguardano anche l'attuale governatore della Fed, Janet Yellen. “Si basa sulle stime che indicano che nel 2016 ci sarà un aumento della crescita e non vede lo stato di anemia in cui versano Stati Uniti ed Europa”. 

Siamo di fronte ad una nuova crisi? 

Per Salvatore, “il 2016 non sarà migliore del 2015. Se dovesse esserci uno shock imprevisto, si potrebbe scivolare in una nuova crisi, soprattutto tenendo in conto che abbiamo usato già tutte le nostre munizioni (tassi, QE)”. E se davvero dovesse verificarsi una nuova crisi, come affrontarla? Si chiede l’esperto. E da dove potrebbe venire? Una delle maggiori critiche che Salvatore rivolge ai governatori della Banche Centrali è proprio il fatto di non aver avuto lungimiranza. “Il ruolo degli economisti è proprio quello di prevedere gli scenari di mercato, e non commentarli ex-post cercando soluzioni”. Secondo il premio Nobel Joseph Stiglitz “esiste una probabilità rilevante che nei prossimi tre anni ci sia una nuova crisi nel settore finanziario. La domanda aggregata non è sufficiente e la politica monetaria ha raggiunto il limite nello stimolare la crescita”. 
"Non siamo in recessione", sentenzia Salvatore. "Qui il problema è la crescita. Viviamo in un mondo in cui il tasso di crescita è calato, sia nei mercati emergenti sia in quelli sviluppati. L’Europa è in bilico, c’è solo la gamba della politica monetaria, mentre manca del tutto quella della politica fiscale. Il QE doveva essere una risposta temporanea per dare il tempo ai politici di fare le riforme strutturali. Ma mentre le Banche Centrali hanno fatto la loro parte, i politici non hanno fatto nulla. Il sistema finanziario dell’Occidente è al suicidio”, conclude l’esperto.