Alexander Gorra: "Puntiamo sull’analisi fondamentale e sulle aziende di alta qualità"

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foto: o globo

Dopo un biennio di crisi economica e politica, i dati macroeconomici in Brasile appaiono in netto miglioramento. Il Bovespa ha chiuso il 2016 con un guadagno del 40%, in gran parte favorito dal recupero della fiducia sul nuovo corso politico brasiliano post-impeachment e dalla ripresa dei prezzi delle materie prime. Il real brasiliano ha chiuso il 2016 come la miglior valuta tra le emergenti, guadagnando negli utlimi 16 mesi il 16% contro il dollaro americano. All’inizio del 2017, a differenza delle altre valute emergenti, il real brasiliano sta evidenziando un comportamento sganciato rispetto al dollaro, grazie alla reflazione in atto negli Stati Uniti e alla ripresa dei prezzi delle materie prime. 

Nel 2016, tra i migliori fondi azionari in termini di performance troviamo quelli che investono in Brasile. Nella categoria dei fondi azionari brasiliani troviamo il BNY Mellon Brazil Equity, gestito da Rogerio PoppeIl prodotto rientra nel ranking C ossia dei fondi Consistenti Funds People ed ha chiuso il 2016 con un rendimento annuo del 62.9%. L’obiettivo del fondo è quello di generare un incremento del capitale nel lungo periodo mediante investimenti in titoli azionari di società quotate o situate in Brasile.

Nonostante la strategia di investimento del fondo abbia subito cambiamenti ed evoluzioni dal 2007 ad oggi, è rimasta comunque focalizzata sull’equity brasiliano e su un approccio di investimento che combina modelli quantitativi con l’analisi fondamentale. Alexander Gorra, Senior Investment Strategist di BNY Mellon, spiega la strategia di investimento e di asset allocation utilizzata, analizzando anche il contesto economico e politico brasiliano. A questo proposito, lo strategist afferma che ¨consideriamo un orizzonte di investimento di 3-4 anni e ci focalizziamo prevalentemente sui fondamentali. La volatilità viene considerata su un orizzonte di lungo periodo, ossia non ci focalizziamo sull’andamento dell’inflazione nel mese successivo o sulla crescita del PIL nel trimestre successivo¨. 

La strategia è focalizzata sulle imprese di alta qualità, ossia su quelle imprese che offrono ottime opportunità in termini di cash flow e turnaround.  È una strategia orientata al valore, caratterizzata da bassa volatilità e elevate potenzialità in termini di rendimento.

Il fondo investe prevalentemente in 3 settori: materie prime (22%), settore finanziario (27%) e settore dei servizi di pubblica utilità (15%). Il settore delle materie prime è caratterizzato da elevata volatilità e il rapporto rischio/rendimento è molto soddisfacente in termini di turnaround. Per quanto riguarda il settore finanziario, il rischio/rendimento è stato molto buono, le banche brasiliane sono caratterizzate da multipli bassi e hanno dimostrato di saper ¨sopravvivere¨. In questa fase di transizione, è importante capire quali imprese sono più redditizie in un contesto di crescita normalizzato. Considerata l’elevata volatilità sui mercati, l’esperto afferma che ¨la nostra strategia è focalizzata sulle aziende di alta qualità e non consideriamo imprese particolarmente esposte al rischio istituzionale o molto promettenti in termini di utili¨. 

Uno dei principali rischi per gli investitori in Brasile è rappresentato dal rischio di liquidità e per questo motivo, la gestione del rischio viene effettuata attraverso controlli di liquidità. Il fondo genera Alfa investendo principalmente in large caps e meno del 10% in small caps. L’esperto precisa che ¨investiamo in small caps solo se vediamo prospettive di rendimento importanti, in quanto a nostro parere le small caps sono generalmente in ritardo rispetto al mercato¨.

Dando uno sguardo agli eventi politici ed economici del 2016, lo strategist sofferma la sua attenzione sulle prospettive del Brasile e sull’influenza delle politiche di Trump sull’economia brasiliana. Il mercato ha già scontato il rischio potenziale delle politiche di Donald Trump sui mercati emergenti. Se consideriamo il real brasiliano e il pesos messicano dall’inizio del 2016, si nota una differenza di performance tra le due valute di circa il 30%. Il rischio in Messico è più alto rispetto a quello in Brasile e, quello che il Brasile deve fare in questo momento, è focalizzarsi sul rischio domestico più che sul rischio internazionale. Il Brasile esporta solo il 10-11% del PIL ed è quindi tra i Paesi dell’America Latina meno impattati dal rischio internazionale.

Gli operatori di mercato in Brasile pensano di poter incrementare il rendimento del proprio portafoglio investendo in commodities o in società produttrici o strettamente legate alle materie prime come ad esempio Petrobras, in quanto è più facile prevedere eventuali crolli delle materie prime. L'esperto precisa che ¨abbiamo deciso di adottare un approccio differente, in quanto ogni cambiamento politico può generare opportunità di guadagno e questo ci ha permesso di ottenere elevati rendimenti¨. Nonostante il fondo BNY Mellon Brazil Equity abbia ottenuto eccellenti performance nel 2016, l’investment strategist sottolinea che ¨abbiamo sottopesato le small caps e avremmo potuto sfruttare maggiormente il loro potenziale¨. Per quanto riguarda le prospettive del Brasile, Alexander Gorra spiega che ¨non vede Black Swan all’orizzonte, il mercato brasiliano sta guadagnando quote di mercato e si sta muovendo nella giusta direzione. Nonostante le prospettive siano positive, è difficile prevedere se il Brasile possa ricoprire in futuro un ruolo di leadership dei Paesi BRICS¨.