AIAF: la BCE non convince i mercati

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foto: autor ECB European Central Bank, Flickr, creative commons

"Gli annunci della BCE riguardanti le operazioni su ABS e covered bond hanno deluso i mercati, in cerca di numeri precisi o di uno spunto che lasciasse prevedere un successivo acquisto di titoli di Stato", afferma Paolo Guida, vice presidente di dell'Associazione Italiana Analisti Finanziari. "Seppur possa essere dedotta dagli obiettivi di ampliamento di bilancio, già espressi dalla BCE, una chiara indicazione di acquisto mensile, come accaduto nel caso della FED, avrebbe probabilmente costituito una misura concreta dello stimolo quantitativo che l’autorità monetaria europea intende dare, soprattutto se al momento appaiono esclusi acquisti di titoli di Stato", spiega Guida. "Le difficoltà nel comunicare importi precisi derivano senz’altro dall’assenza di un mercato sviluppato come quello americano e, come sostiene la BCE, dalla difficoltà di misurare l’effetto congiunto delle tre operazioni (TLTRO, Covered Bond e ABS).

Tuttavia, è proprio dall’incertezza sullo 'spessore' del mercato, anche in prospettiva, che vengono i dubbi dei mercati sull’efficacia di queste operazioni, soprattutto in un contesto di domanda di credito stagnante. L’ampia liquidità disponibile non trova cioè riscontro in una domanda di credito diretta a finanziare l’economia reale, soprattutto in assenza di stimoli fiscali che possano sostituirsi alla languida dinamica della domanda privata. Dalla stessa conferenza stampa di Draghi è emersa una sorta di resa rispetto alla incapacità della politica monetaria a risollevare le sorti economiche dell’area euro da sola, in assenza cioè di misure di natura strutturale o dal lato fiscale a deficit invariato per i paesi che non hanno spazio di spesa (riduzione della tassazione ma anche della spesa pubblica improduttiva) e misure di stimolo fiscale tout court per i Paesi in grado di realizzarlo (come la Germania). Tali misure sono finanche più necessarie in un contesto deflazionistico, come quello italiano, nel quale un debito pubblico elevato aumenta nel tempo il proprio valore reale", conclude.