Affrontare le sfide del mercato con un approccio privo di vincoli

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La ripresa globale ciclica dell’attività economica e dell’inflazione, la transizione in corso da una politica di sostegno monetario a una di stimoli fiscali e i timori sul piano politico rappresentano altrettante sfide per gli investitori che non intendono rinunciare alla performance mentre si trovano ad affrontare i rischi dei mercati obbligazionari. Nella web conference di Carmignac tenutasi nella giornata di ieri, Charles Zerah, gestore del fondo con rating Blockbuster Funds People Carmignac Portfolio Global Bond, ha spiegato come lui e il suo team di gestione siano riusciti a generare performance e conseguire un solido track record grazie a una filosofia di investimento unica e ad un approccio privo di vincoli.

Il fund manager ha esordito spiegando come, “La ripresa dell’inflazione richiede una gestione obbligazionaria flessibile e opportunistica, che offra il margine di manovra necessario per affrontare mercati difficili e cogliere le opportunità che si presenteranno in tutto il mondo”. L’approccio di Carmignac si caratterizza per la sua flessibilità negli investimenti in asset class rischiose, strategia che nel tempo si è dimostrata vincente, visti i risultati ottenuti dai portafogli della società. Stessa flessibilità è utilizzata nella gestione di prodotti che rientrano nella categoria preferita dagli investitori italiani, ovvero quella obbligazionaria. Dal 2012 infatti, il fondo performa positivamente, con un track record di cinque anni e un rendimento assoluto elevato, superiore al benchmark e alla media di categoria Mornignstar.

Senza vincoli

La caratteristica principale della strategia del team di Zerah, è quella di affrontare le sfide del mercato adottando un approccio all’investimento privo di vincoli. Questa è la linea seguita dal management del fondo, ovvero uno stile di investimento non legato ad indici e basato sulle convinzioni che il Carmignac Portfolio Global Bond sia caratterizzato dall’ampio margine di libertà per operare nei vari segmenti, potendo quindi investire in nicchie di titoli ben selezionati, e di generare una performance in un mercato obbligazionario sia rialzista che ribassista. In particolare, l’approccio è suddiviso in tre gruppi di strategie, ovvero strategie sui tassi, caratterizzate da un ampio spettro di duration modificata, strategie sugli spread, con rating medio minimo pari a BBB-, e strategie valutarie, con driver di performance e strumenti di gestione del rischio.

L’universo di investimento è ampio e diversicato, con un’allocazione flessibile, e ricerca opportunità su scala mondiale senza alcun vincolo settoriale o geografico, individuando e attuando le migliori strategie creditizie, valutarie e di tassi d’interesse, sia nei Paesi sviluppati che nel mondo emergente. Si tratta di strategie a lungo, medio e breve termine in linea con lo stile di investimento dinamico, e una gestione attiva e discrezionale, che si concentra sulle posizioni strategiche e tattiche, nonché sugli arbitraggi su mercati internazionali valutari e fixed income. Mentre le analisi top-down aiutano a identificare i temi chiave e i trend di mercato, l’approccio bottom-up consente di implementare strategie di generazione di alpha.

La view nel portafoglio

Per quanto concerne la view di mercato di Carmignac, e come questa si riversa nella struttura del portafoglio, Zerah ci svela alcune delle previsioni della società per il 2017. “Prevediamo che, nel mondo obbligazionario, la fase di stagnazione per alcuni Paesi sia terminata. La ripresa ciclica dell’attività e dell’inflazione mette in discussione il contesto dei bassi rendimenti, dove l’indicatore PMI manifatturiero e il CPI sono appunto in netta ripresa. Ciò interessa tutti i Paesi sviluppati e i principali mercati emergenti. Nel 2016, abbiamo gestito la duration modificata del fondo in modo attivo, al fine di ottenere una discreta performance nella seconda metà dell’anno, nonostante il sell-off che si è avuto sui tassi statunitensi ed europei. Ad ogni modo, la nostra performance a maggio/giugno era del 7%, per poi diventare ancora più significativa nei sei mesi successivi, grazie a strategie di copertura, di gestione dei tassi e alla flessibilità del portafoglio”, afferma il manager.

Dalla società fanno sapere che, a livello globale, la situazione non è cambiata. La tematica principale rimane comunque l’inflazione in Europa e negli USA, data dalla ripresa delle economie emergenti e dall’aumento dei consumi. Tuttavia, la prospettiva dei prossimi mesi è che l’inflazione rimarrà abbastanza elevata, dove i tassi tedeschi sfioreranno quelli statunitensi dato che il QE non è ancora giunto al suo termine. Si prevede inoltre, un discreto ripensamento dei tassi tedeschi di circa 80 basis point per il titolo decennale, motivo per il team di gestione si mantiene prudente sui tassi europei. La fase di reflazione non è quindi ancora conclusa, e l’Europa è in netto ritardo sugli Stati Uniti, come mostra il sell-off degli ultimi quattro mesi.

Per quanto riguarda le valute invece, da inizio anno c’è stato un apprezzamento del dollaro, che proseguirà a causa dell’apprezzamento della politica monetaria, dato che la Fed continuerà la sua politica di contrazione. In Europa invece incombe ancora l’ombra del rischio politico, dovuto alle prossime elezioni in Francia e Germania. La bilancia delle partite correnti dell’Eurozona è in miglioramento dal 2012, anche se gli investitori preferiscono comunque gli i titoli americani, soprattutto tramite i flussi azionari degli ETF. Dallo scorso novembre infatti, il gap rispetto agli USA è passato dai 145 miliardi di dollari ai 280 miliardi di oggi.

D’altra parte, il credito inizia ad essere costoso. Vi è una contrazione generalizzata degli spread high yield statunitensi ed europei, dato il forte rimbalzo dei prezzi delle commodities di società del settore energetico e dei materiali base. Ciò spiega i livelli del 2014, ed è per questo che secondo Zerah non conviene investire in USA, in quanto il rapporto rischio-rendimento non lo giustifica. “Vediamo tuttavia delle opportunità nei finanziari europei. La nostra view nel settore è molto positiva per il mondo obbligazionario, man mano ci siamo infatti orientati verso le senior secured e sul debito subordinato, nonché sulle CoCo, scelta supportata dal notevole aumento dell’indice Core Tier 1 delle banche per singolo Paese. Altro settore positivo è quello delle CLO europee. Un asset class nel quale due anni fa abbiamo iniziato ad investire molto, sia in risorse umane che in sistemi di investimento ad essa dedicati, principalmente nelle tranche junior BB e BBB, dove, a nostro parere, presentano un profilo di rischio interessante”, spiega Zerah.

Negli ultimi 12 mesi, c’è stato un avvicinamento al debito emergente, asset class totalmente assente nel Carmignac Global Bond da agosto 2013 fino a dicembre 2015, visti i fondamentali poco favorevoli. Da inizio 2016 quindi, grazie alla reflazione, questa categoria ha iniziato ad offrire un discreto profilo rischio-rendimento, ragion per cui, i rendimenti emergenti sono visti più interessanti rispetto a quelli dei Paesi sviluppati.

Il posizionamento

La principale tematica di investimento descritta, vede, da un lato, posizioni in vista della reflazione europea, ovvero short sul bund, long sull’euro (esposizione valutaria del 58,4%), sul settore bancario europeo e sulle CLO. Dall’altra, posizioni prudenti sui tassi visti i ricchi asset americani, rimanendo quindi neutrali sui tassi, e long sui Paesi emergenti correlati alle commodities. La duration rimane molto vicina allo 0, e quindi molto lontana dal massimo autorizzato. Non vi è un’esposizione ai Paesi periferici Italia, Spagna e Portogallo.

A livello valutario le posizioni rimangono prudenti sul miglioramento dell’Europa nel secondo e nel terzo trimestre del 2017. Il dollaro avrà maggiore sostegno ma non è detto che performerà positivamente rispetto all’euro, ad ogni modo l’esposizione sulla valuta americana sarà modesta a causa delle politiche di contrazione della Fed, mantenendola comunque in portafoglio, dato il rischio politico che incombe in Europa. Posizionamento short invece sulla sterlina, data la Brexit.